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Assieme alla Sant’Agnese che legge (inv. 18) e alla Santa Cecilia all’organo (inv. 15), fa parte di un gruppo di quattro dipinti dedicati a sante martiri pervenuti in Pinacoteca a seguito delle soppressioni napoleoniche (il quarto, raffigurante Santa Margherita, è oggi in collezione privata a Reggio Emilia). Differenze stilistiche tra le tele fanno escludere l’ipotesi di una serie unitaria e fanno pensare a tempi diversi di esecuzione. In particolare, nella Santa Caterina sono da rilevare l’eleganza misurata dei gesti e la materia pittorica densa e vivace, mentre la” fissità iconografica” rimanda ai modelli di Ludovico Carracci e di Guido Reni.