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Si tratta di uno dei tre particolari (assieme a Tre figure, e Il miracolo del giovane di Lerida) provenienti dal ciclo affrescato, composto da dodici particolari, che occupava la parete di fondo del refettorio.
Il monumentale affresco, già precario, fu ulteriormente danneggiato quando (1801) in seguito alle Soppressioni il convento diventò il deposito del sale.
L'opera, unica testimonianza sicura della scuola riminese a Bologna, presenta anche influssi nordici, centroitaliani e bizantini.