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Il frammento di affresco è stato attribuito per la prima volta ad Aspertini da Longhi nel 1940, e l'attribuzione non è mai stata messa in discussione, sebbene se ne ignorino tuttora sia la provenienza che le vicende che lo hanno portato nella collezione della Pinacoteca.
L'esecuzione raffinata e l'attenzione per i dettagli figurativi hanno fatto ipotizzare una sua plausibile datazione intorno al secondo decennio del Cinquecento.