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Il dipinto presenta una figura femminile pressoché identica a quella di S. Irene nel S. Sebastiano curato da Irene, eseguito nel 1619 per il Cardinale Jacopo Serra.
La Sibilla è sempre stata considerata uno studio preparatorio, trasformato poi in un dipinto a sé stante, mediante la sola sostituzione della spugna con il cartiglio.
Tuttavia l'incidenza della luce sul corpo, e alcuni dettagli dell'abbigliamento, portano ad ipotizzare che si tratti invece di una derivazione autografa posteriore.