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Già attribuita all'attività giovanile del Tibaldi, quest'opera ha consentito - in seguito alla scoperta della firma nel corso di un restauro - di avviare la ricostruzione critica dell'attività del Ramenghi Junior.
Si colloca oltre la metà del secolo, dopo che l'artista era stato a Fontainebleau al seguito del Primaticcio e a Roma col Vasari, e rivela notevoli affinità con la pala di Girolamo Siciolante sull'altar maggiore della chiesa di San Martino (1548).