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In origine la tela si trovava nella chiesa dell’Osservanza, sull’altare del vetraio Angelo Michele Raisi, collezionista d’arte nonché amico di Ludovico Carraccci, maestro del Galanino. Nella pala, dal tipico impianto postridentino, i rimandi alla pittura del maestro, evidenti in particolare nella resa dei panneggi e delle lumeggiature, si uniscono alle suggestioni dell’arte di Annibale, a cui rimandano le tonalità morbide, il paesaggio sullo sfondo e il gruppo della Vergine con il Bambino.