Adorazione dei Magi

Malgrado ne sopravviva solo poco più della metà, e parte degli affreschi sia ancora nella collocazione originaria, il ciclo della chiesetta di Sant'Apollonia di Mezzaratta, sulla collina bolognese, per lo più staccato negli anni cinquanta - sessanta e trasferito in Pinacoteca, resta il più importante complesso pittorico a noi giunto del Trecento bolognese.
Secondo una scansione iconografica ormai tradizionale, da un lato ci sono storie del Vecchio Testamento (di Giuseppe, di Mosè, più altre perdute), dall'altro storie di Cristo.
Un terzo registro in basso raffigurava, a giudizio delle fonti, Storie della Passione, attribuite al quattrocentista ferrarese Galasso (ne resta qualche frammento sulla parete d'origine).
Iniziato da Vitale nei primissimi anni quaranta, il ciclo proseguì con l'opera dei suoi diretti continuatori come Simone de' Crocifissi e il presunto "Jacopino", il primo "Jacobus", e il maestro dell'adultera.
Le Storie di Mosè sono riferite per la maggior parte a Cristoforo di Jacopo (inventario 6359, 6358, 6360), mentre le Storie di Giuseppe a Jacopo del Biondo (forse, a date più tarde, lo stesso Jacobus della Probatica Piscina).
Gli ultimi affreschi esposti in Pinacoteca, soggetti a discussione per ciò che riguarda la data, sono quelli di Jacopo Avanzi (1360-1390) e di Jacopo di Paolo
(anni '80 - fine del secolo).
Ulteriori indagini successive hanno arricchito il dibattito sul complesso e la sua datazione.
Nuove suggestive ipotesi di ricerca suggeriscono possibili rinnovate occasioni di studio su quello che rimane il più importante ciclo trecentesco di Bologna.
- Sei qui:
-
Home
-
Le collezioni
-
Sala 8: Gli affreschi di Mezzaratta
- Adorazione dei Magi