Polittico
Il dipinto fu commissionato da papa Nicolò V per l’altare della chiesa della Certosa di Bologna, in ricordo del cardinale Nicolò Albergati, di cui era stato allievo e segretario. L’esecuzione dell’opera fu affidata ai fratelli Antonio e Bartolomeo Vivarini, pittori veneti attivi nel Quattrocento che lasciarono la data 1450 e la loro firma nell’iscrizione sulla cornice sotto il gradino del trono della Vergine.
All’epoca della commissione i due pittori erano reduci da un’esperienza artistica accanto ad Andrea Mantegna nella chiesa degli Eremitani a Padova.
Bartolomeo, il più giovane dei due, mostra una maggiore attenzione alle novità prospettiche, soprattutto nei piedistalli dei santi. Ad Antonio vanno invece attribuite le figure come il San Giovanni Battista, più snelle e allungate come nelle rappresentazioni tardo gotiche.
Nel pannello centrale del polittico è raffigurata la Madonna col Bambino incoronata da due angeli. Nella parte superiore, al centro, è collocato un tabernacolo con Cristo in pietà tra due angeli in preghiera. Tutt'e due le scene sono affiancate da scomparti con raffigurazioni di Santi.
La ricca cornice sagomata, in legno dorato con finiture su fondo blu che si intravedono sotto i motivi a traforo, prodotto di raffinata carpenteria veneziana, culmina con una serie di pinnacoli e figure intagliate.
Il polittico è un capolavoro assoluto di un momento di passaggio cruciale non solo per l’esperienza artistica dei Vivarini, ma dell’arte veneta del Quattrocento, ancora legata per certi aspetti alla tradizione del Gotico Internazionale, ma pronta a recepire le novità formali e spaziali dell’arte rinascimentale.
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