Madonna col Bambino in gloria e i Santi Lodovico, Alessio, Giovanni Battista, Caterina, Francesco e Chiara
La grande pala di Annibale Carracci, databile intorno al 1590-92, rappresentò sicuramente per il pittore una commissione pubblica impegnativa per dimostrare la sua raggiunta maturità artistica. All’epoca poco più che trentenne egli era già il protagonista di quella celebre “riforma” che cambio irrevocabilmente il corso dell’arte europea.
L’originaria collocazione nell’altare maggiore della chiesa francescana dei Santi Ludovico e Alessio, già in via del Pratello e ora soppressa, spiega la presenza dei due titolari della chiesa rappresentati in primo piano, all’interno di un gruppo di Santi, di cui fanno parte anche Caterina, Chiara e Francesco.
Alessio è raffigurato a destra, in veste di pellegrino, mentre Ludovico d’Angiò è a sinistra in abito vescovile, ma con la mitra posata a terra davanti a lui in segno di umiltà. Nel dettaglio del prezioso copricapo, quasi un brano di pittura a sé stante di forte impatto realistico, Annibale Carracci fornisce una significativa prova del suo virtuosismo pittorico.
Nella composizione della pala l’artista non si discosta dallo schema cinquecentesco, dividendo il dipinto in due piani nettamente separati con il gruppo dei Santi in basso e l’apparizione della Vergine, introdotta dal gesto di San Giovanni Battista, in alto, in una ricerca di equilibrio e di armonia che rimanda al grande modello di Raffaello.
Arricchisce, però l’impianto tradizionale, immergendo le figure dei Santi nella luce argentea di un paesaggio influenzato dalla pittura dei grandi maestri veneti, da Tiziano a Veronese, approfondita nel suo soggiorno a Venezia.
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