Odoardo muore nel 1680 e a proseguire i lavori è il nipote Ercole, senatore dal 1683 e aggregato alla nobiltà veneziana nel 1686. A questo secondo evento allude con ogni probabilità l’affresco realizzato nella sala adiacente al Salone dai fratelli Rolli che, allievi di Canuti, decorano la volta nel 1690, Giuseppe in qualità di figurista e Antonio di quadraturista. La scena raffigurata è il Trionfo di Felsina, soggetto allegorico che rimanda alla città di Bologna e al suo governo.
La giovane bionda che avanza seduta su un cocchio trainato da leoni alati di Venezia è l’Aristocrazia bolognese, mentre un putto la incorona con il corno ducale, il copricapo rosso indossato dai dogi veneziani; ai lati alcune ancelle recano i simboli del potere e dello stato, come il fascio littorio, la clava (riferimento a Ercole) e le insegne araldiche di Bologna (stendardo bianco crociato di rosso e vessillo con la scritta “Libertas”), mentre un putto è rappresentato nell’atto di spezzare le catene, simbolo della liberazione dal dominio papale a cui aspirava la nobiltà bolognese. All’epoca la città aveva un governo “misto”, era infatti retta dal Legato pontificio – rappresentante del Papa nei territori periferici dello Stato della Chiesa – e dal Senato, organo composto dai rappresentanti provenienti dalle famiglie nobili più influenti e la cui carica era ereditaria.
Al di sotto del carro, la Felicità pubblica (con la cornucopia simbolo di abbondanza e il caduceo simbolo di pace) addita a Felsina una fanciulla, che è stata variamente interpretata come Amore, per la presenza della rosa, o come la Casata dei Pepoli, a causa del cigno araldico presente sul calzare e che la giovane mostra con evidente ostentazione. Le altre figure sulla cornice, raffigurate tra cigni bianchi e aquile nere, completano il messaggio politico-celebrativo dell’affresco, alludendo alle virtù dell’aristocrazia bolognese: la Giustizia che sottomette la Forza, indicata dalla scritta “IUS” sul libro, la Generosità, che mostra una collana di pietre preziose bicolori, e la Scienza, con lo specchio, il globo e il triangolo.
Sala di Felsina
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