Nelle sale del piano nobile di Palazzo Pepoli Campogrande è attualmente esposta parte della quadreria Zambeccari, l’antica collezione di dipinti che gli Zambeccari, un’importante famiglia senatoria bolognese, avevano raccolto nel corso del XVIII secolo nel loro palazzo presso San Paolo (oggi di proprietà della Banca Popolare di Milano, in via de’ Carbonesi 11). Entrata a far definitivamente parte del patrimonio della Pinacoteca nel 1884, dopo che nel 1788 il marchese Giacomo Zambeccari nel suo testamento l’aveva destinata alla pubblica fruizione, la raccolta – che consta di oltre trecento dipinti – costituisce un unicum nel contesto bolognese, in quanto unica collezione aristocratica giunta sostanzialmente integra sino a noi fra le molte presenti in città tra Sei e Settecento.
Diverse sono le tipologie di soggetti presenti all’interno della quadreria (si va dai ritratti ai dipinti di soggetto religioso e mitologico, dalle scene storiche alle cacce, dalle nature morte alle scene di genere), così come varie sono le scuole pittoriche rappresentate: quella emiliana è la maggiormente testimoniata, con oltre la metà dei dipinti, vi sono poi opere veneziane, genovesi, napoletane, toscane, lombarde e romane, e inoltre paesaggi e scene di genere di ambito fiammingo.
Il tipo di allestimento scelto ricostruisce quello delle antiche quadrerie nobiliari, dove i dipinti erano appesi alle pareti su più file: non si tratta quindi di un’esposizione che presenta le opere ben distanziate e in ordine cronologico, ma della riproposizione del gusto collezionistico settecentesco che prediligeva criteri estetici e percettivi.