Crocefissione e i santi Giacomo, Bartolomeo, Agostino e Stefano
Il polittico è articolato su due ordini: nella parte inferiore al centro è raffigurata l’Incoronazione di Maria, mentre negli scomparti laterali, inquadrati da colonnine tortili, sono rappresentati da sinistra i santi Benedetto, Naborre, Felice e Michele Arcangelo.
In alto la scena della Crocifissione occupa la parte centrale; ai lati da sinistra sono i Santi Giacomo, Bartolomeo Agostino e Stefano.
Il dipinto proviene dalla soppressa abbazia benedettina di san Naborre e Felice che era una delle più antiche di Bologna.
Il nome dell’autore non è documentato, ma gli studiosi hanno riconosciuto il suo stile in una serie di dipinti databili tra 1330 e 1340, assegnandogli il nome convenzionale di Pseudo Jacopino. Recentemente è stata avanzata la proposta di separare dalla serie questa ed altre opere, attribuendole a un artista diverso denominato Maestro dei Polittici di Bologna.
L’espressività dei gesti e dei volti, come quello del san Naborre diventato una delle immagini simbolo della Pinacoteca, è tipica della pittura bolognese del Trecento così come l’attenzione per i dettagli dell'abbigliamento e per la moda.
Per esempio i santi Naborre e Felice indossano vesti, ampie e raffinate, con maniche, arricchite da decorazioni in oro. San Felice (a destra), ha in mano i guanti, a quel tempo un accessorio non comune e simbolo di autorità e di potere. Li tiene però sfilati a indicare rispetto nei confronti della scena sacra.
I Santi raffigurati nella parte superiore, oltre ai tradizionali attributi iconografici che li contraddistinguono, tengono tutti tra le mani un libro, forse un omaggio a Bologna, affermata città di studi e sede di una antica Università.
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