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Si concludono le attività di approfondimento dedicate alla mostra "La Favola di Atalanta. Guido Reni e i poeti" con questo doppio appuntamento sabato 15 febbraio alle ore 11 e alle 12.30.
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In occasione di ART CITY 2025, la Pinacoteca Nazionale di Bologna e la Mostra La favola di Atalanta. Guido Reni e i poeti, saranno straordinariamente aperte al pubblico sabato 8 febbraio dalle 19 alle 23 con ingresso libero.
I visitatori potranno scoprire grazie al personale dei Servizi Educativi del museo alcune opere significative della collezione permanente.
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The short guided tours in English on the most representative works in the collections of the Pinacoteca Nazionale di Bologna.
The meeting of February is dedicated to Renaissance painting: it will be an opportunity to deepen the knowledge of the famous Raphael's Saint Cecilia, Ercole de Roberti's Magdalene and Francesco del Cossa's Pala of the Merchants.
This meeting lasting approximately 45 minutes, doesn't require reservation and it is included in the cost of the ticket.
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Venerdì 7 febbraio alle ore 17, presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna Intorno ad Atalanta. Guido Reni, i poeti, i collezionisti, conversazione con Giulia Iseppi.
L’incontro si svolge presso l’Aula Gnudi della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Leggi tutto: Intorno ad Atalanta: Guido Reni, i poeti, i collezionisti.
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La Pinacoteca Nazionale di Bologna rinnova la collaborazione con il Dipartimento delle Arti dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, offrendo un ciclo di 16 lezioni che si terrà da febbraio ad aprile 2025 nell’aula Gnudi.
Questo progetto congiunto conferma l’impegno della Pinacoteca come luogo di incontro tra ricerca accademica e divulgazione culturale.
Gli appuntamenti, rivolti agli studenti universitari ma aperti al pubblico della Pinacoteca su prenotazione, rappresentano un’opportunità unica per approfondire il patrimonio artistico attraverso prospettive disciplinari diverse.
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Iniziata nel 1575 su disegno di Antonio Morandi, la chiesa di San Mattia è generalmente attribuita a Pietro Fiorini, che rimaneggiò il progetto del Terribilia fino a darle l’attuale assetto architettonico, tra il 1580 ed il 1584. Essa è annessa all’adiacente Convento delle Domenicane e prospetta con la semplice facciata sulla via Sant’Isaia, perfettamente inserita nel tessuto urbano grazie al portico posto in continuità con quello degli edifici vicini. Era considerata una sorta di pinacoteca all’aperto vista la presenza di tele di Tintoretto, Guido Reni e Innocenzo da Imola.
Chiesa conventuale femminile delle Monache di Santa Maria del Monte, il complesso religioso di via Sant’Isaia godette di grande prestigio in città, dovuto anche al fatto che l’immagine della Beata Vergine di San Luca vi si fermava due giorni durante la sua annuale processione.
La chiesa ha impianto planimetrico con vasta aula a navata unica con 4 cappelle per lato e abside poco profonda introdotta da un grande arco trionfale. La navata è illuminata da ampie aperture rettangolari con arco ribassato distribuite lungo l’alzato centrale ed in facciata. L’aspetto fastoso e spettacolare dell’interno si deve ad un “rimodernamento” dell’apparato ornamentale e pittorico operato verso la metà del Settecento dal “quadraturista” Pietro Scandellari e degli artisti Nicola Bertuzzi e Tertulliano Taroni, secondo la Scuola dei Bibiena, con l’utilizzo del trompe d’oeil per le parti riguardanti raffigurazioni architettoniche.
Nel 1799, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi voluta dal governo napoleonico, la chiesa di San Mattia fu isolata dal convento, sconsacrata e ridotta a magazzino. L’importante apparato decorativo settecentesco è andato in parte perduto in seguito alla devastazione ambientale dovuta all’abbandono e da scellerate destinazioni d’uso succedutesi negli anni.
Il restauro, iniziato nel 1981 e concluso nel 1994 a totale carico dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha rimesso in luce quanto restava di stucchi ed affreschi, riportando alla luce una significativa testimonianza architettonica del tardo ‘500 ed il suo pregevole apparato pittorico.