Scena di cortile

Il dipinto di Giuseppe Maria Crespi raffigura una Scena di cortile.
Il pittore, maestro indiscusso dell’arte italiana di quegli anni, utilizza qui i canoni della scena di genere, di cui era uno dei più rinomati specialisti, per mostrarci uno squarcio sulla realtà della Bologna settecentesca, quasi un'immagine presa dal vero della vita quotidiana delle classi più umili, rappresentate con umanità e con un pizzico di ironia.
Nel cortile di una casa umida e malsana, un’anziana donna, impegnata a lavare il bucato, si indigna per la sfacciataggine dell’uomo scalzo, che si accosta al muro per urinare. Con la bocca spalancata sembra urlare un insulto, mentre con la mano vorrebbe colpirlo. Un gatto infastidito cerca di graffiarlo.
Sullo sfondo, nella penombra, una giovane madre intenta a sfamare il figlio, si volta un po’ divertita a osservare la scena.
Crespi stende il colore a rapidi tocchi e indugia sui particolari capaci di restituire la consistenza delle cose: dalle calze stese ad asciugare al luccichio del rame dei pochi utensili sparsi, dal paniere di vimini appeso al muro al vecchio architrave in legno che domina prepotentemente la scena.
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