Colpisce il taglio della composizione del dipinto, tutto giocato sulla diagonale del corpo di Abele sviluppata in profondità dalle colline e dalla figura di Caino, che si allontana di spalle fuggendo. Lo sfumato dei contorni, lo spessore materico e il trattamento vigoroso delle superfici, con risalti di colore, sono tratti tipici della produzione giovanile del Baciccio, al cui catalogo la tela è stata assegnata dopo un’iniziale attribuzione a Guido Reni.

Appartiene alla serie di dipinti commissionati dall'irlandese Owen Mc Swiny e venduti ai duchi di Richmond.
Databile al 1726, è opera di collaborazione tra Monti (figure), Ferrajoli (paesaggio), mentre le rovine architettoniche spettano al Mirandolese.

Interessante la complessa iconografia del dipinto, in cui è possibile riconoscere l’allegoria della Pittura – la figura femminile di classica bellezza che regge una tavolozza e un ritratto – e un autoritratto del pittore, mentre in secondo piano, che emerge dall’ombra, è identificabile l’Invidia, rappresentata secondo la descrizione datane da Cesare Ripa. La tela potrebbe esser stata realizzata da Cerrini come difesa a seguito delle critiche ricevute dopo lo scoprimento della decorazione della cupola della chiesa romana cupola di Santa Maria della Vittoria nel 1656.

La frequenza con la quale questo soggetto ricorre nella produzione di Dal Sole, allievo prediletto di Pasinelli, sta ad indicare da un lato le predilezioni dei collezionisti per le tematiche sacre ambiguamente contaminate da elementi profani, dall'altro l'abilità dell'artista nell'esaltare tali aspetti attraverso raffinatezze pittoriche e preziosità cromatiche.

L'opera di cui si conoscono bozzetti e studi preparatori fu eseguita tra il 1672 ed il 1676.
La rappresentazione di sapore teatrale, sembra un omaggio al melodramma, e si modula su schemi compositivi equilibrati.

Questo dipinto appartiene alla serie commissionata nel secondo decennio del Settecento da Owen Mc Swiny a numerosi artisti.
Per la descrizione vedi il dipinto Tomba allegorica di Boyle, Locke e Sydenham esposto in questa stessa sala.